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Luigi Rubinelli, Consigliere Delegato e Direttore Tecnico in CONFORTI SPA, è il nuovo Presidente ANIMA SICUREZZA, l’Associazione nazionale di riferimento per la filiera della sicurezza professionale. L’incarico, con durata biennale, lo vedrà impegnato nel “creare più cultura condivisa della sicurezza ed arrivare a sensibilizzare il mercato e le istituzioni perché considerino di regolamentare le necessità della riduzione dei rischi nelle attività commerciali e nel privato.”

Dalla sua fondazione, ANIMA SICUREZZA promuove lo sviluppo e la cultura del settore per la tutela della qualità dei prodotti, anche attraverso la certificazione di prodotto sulle casseforti, anche utilizzando uno schema di certificazione italiano basato sulle norme europee.

 

Ing. Rubinelli, come mai la scelta di candidarsi alla presidenza di Anima Sicurezza?

Conforti è stato uno dei soci fondatori dell'associazione e da sempre offre una rappresentanza molto qualificata. In un periodo di cambiamenti epocali, il nostro mercato ha bisogno di attenzioni differenti e, in questo contesto di mutamento, ANIMA SICUREZZA si muove per accompagnare gli attori del mercato attuale, contribuendo a facilitarne gli adeguamenti.


Dunque, quali sono gli obiettivi della sua presidenza?

In questi ultimi anni, la nostra associazione ha intrapreso un sostanziale cambiamento aprendosi anche ad altri attori del mercato della sicurezza fisica per coinvolgerli nel progetto di professionalizzazione del settore. Sulla traccia di quanto fatto finora, è necessario proseguire per regolarizzare e normare il lavoro nel settore della sicurezza, i prodotti e i servizi offerti dalle aziende. Ad esempio, non ci sono leggi o regolamenti su come si debba proteggere un negozio a rischio e non lo si trova scritto da nessuna parte. È lasciato alla sensibilità del cittadino e alla professionalità dei proponenti. Non c'è dubbio che, nell'ambito della sicurezza, le aziende italiane abbiano competenze e tecnologie di livello superiore rispetto ai concorrenti esteri. Può sembrare scontato, ma riuscire a far emergere l’eccellenza e la professionalità non è sempre facile, è un percorso in divenire, fatto di piccoli passi in avanti. L’associazione, tra le altre iniziative, promuove la certificazione dei Tecnici di Casseforti Professionali organizzando corsi di formazione e aggiornamento per gli operatori del settore.

 

Lei è anche Vice-Presidente di EuroSafe, in cosa le due cariche si assomigliano e in quali punti divergono?

Eurosafe è l'associazione europea delle associazioni nazionali e si occupa soprattutto di aspetti normativi. I tecnici italiani hanno sempre contribuito moltissimo nei diversi "Working Group" e la presenza italiana nel Presidential Comitee è strategica.


Prospettive dell’una e dell’altra carica?

Ovviamente sono cariche che implicano un maggior impegno, ma la presenza della nostra professionalità ai vertici di queste associazioni aiuta sicuramente il mantenimento e l’evoluzione della qualità dei servizi e delle produzioni delle aziende del nostro settore e della cultura della sicurezza nel mercato che ad oggi necessita di sicurezza ma non ha riferimenti certi.


In azienda, si occupa di R&S, com’è cambiato il mercato nell’ultimo decennio?

Il Mercato di riferimento per la sicurezza fisica è da sempre quello delle utenze professionali, in particolare Banche, Poste, Stazioni di Servizio, Trasporto Valori, Gioiellerie e Pubblica Amministrazione. Un mercato che ha vissuto un boom tra gli anni ’80 e ’90 grazie al ciclo espansivo del mondo bancario e della rete di distribuzione carburanti, per poi subire un rallentamento fino alla crisi del 2006.
In generale il mercato è diventato più “povero”, con la finalità del risparmio immediato e scarsa lungimiranza, accontentandosi di prodotti di minore qualità. Questi fattori hanno aperto le porte all’ingresso di prodotti esteri di più basso profilo acquistati spesso con gare/aste schiaccianti.
Il contributo della Ricerca Sviluppo per salvare il mercato, è quello di applicare un nuovo approccio al prodotto introducendo il concetto “custom”. Si è individuata una serie di consistenti nicchie di mercato che, per evoluzione della propria attività ed esigenze di gestione/custodia dei valori sempre più specifiche, non si accontentano più dei prodotti di serie, ma necessitano di soluzioni “ad hoc”. Si è dunque puntato sull’approccio consulenziale, sull’analisi delle esigenze per disegnare ingegnose soluzioni personalizzate che hanno soddisfatto molti Clienti. In quest’ambito torna a prevalere la qualità/funzionalità della soluzione proposta rispetto al prezzo e ciò consente adeguata marginalità. Un settore e un approccio, questi, su cui investire e potenziare progressivamente.
In quest’ottica, ma volendo superare il mercato classico, è nata l’idea di creare una connessione con il passato, con il gusto per il prodotto artigianale e su misura di altissima qualità dando vita alle “Exclusive Safes”, una moderna cassaforte allo stato dell’arte delle tecniche costruttive, ma rifinita esternamente ed internamente con materiali pregiati.
Dunque, rinnovamento della gamma dei prodotti di serie, indirizzamento della R&S verso soluzioni custom, ingresso nel nuovo mondo dei prodotti di lusso: una rivoluzione per un’industria metalmeccanica.


In generale, come si differenzia il mercato italiano da quello europeo?

Fondamentalmente abbiamo due differenze macroscopiche: in Italia siamo più esperti nelle questioni della sicurezza, le nostre soluzioni sono di gran lunga superiori a quelle estere, ma nel resto d’Europa le assicurazioni sono molto più tecniche, considerano la qualità della sicurezza e premiano i clienti virtuosi. Da noi, invece, le assicurazioni non entrano nemmeno nel merito delle soluzioni adottate.